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La storia della signora Laura, nome di fantasia, è un altro esempio di quanto allo Studio Pachì vediamo ciò che succede in bocca come punto di partenza di un quadro più generale che riguarda il benessere completo di tutto il corpo del paziente.

Laura, nello specifico, è arrivata in studio su consiglio del proprio fisiatra. Da molto tempo infatti, soffriva di dolori alla cervicale, con limitazione della rotazione della testa verso sinistra, cefalee, rumore all’articolazione della bocca sempre nel lato sinistro, sensazione di instabilità e sbandamenti occasionali. In più, al livello lombare, Laura aveva un’ernia espulsa per la quale aveva già subito intervento chirurgico e un trattamento osteopatico per gestire i diversi sintomi correlati.

Storie: Laura, 50 anni. Dal fisiatra all’ortodontista

La prima visita di Laura

Dopo aver studiato il quadro generale, siamo passati a verificare lo stato della bocca. Laura presentava una malocclusione con morso crociato, ovvero una disarmonia nella chiusura dei denti. Il morso crociato impedisce alla dentatura di muoversi in modo corretto: ha conseguenze estetiche, per esempio la sovrapposizione dei denti inferiori con i superiori, e soprattutto incide negativamente sulla masticazione e sulle articolazioni.

Questa patologia è causata da ragioni genetiche o da fattori dentali/scheletrici. Nel lungo periodo può causare degli squilibri nella mandibola creando al paziente difficoltà funzionali come ad esempio nel mangiare o nel parlare. Anche l’articolazione temporo-mandibolare (ATM) può svilupparsi in maniera asimmetrica e usurarsi a lungo andare, una condizione che può portare in alcune situazioni all’artrosi.

Laura, per risolvere questa problematica specifica, aveva effettuato un trattamento ortodontico precedente con un’estrazione dei primi premolari e diverse altre alterazioni funzionali, ma senza soluzione.

La malocclusione così complessa e la sintomatologia lamentata dalla paziente, hanno portato quindi il dottor Pachì a optare per il metodo Moos, messo a punto dal dott. Santoro: un trattamento funzionale che agendo attraverso l’applicazione di micromasse in bocca secondo uno specifico programma, permette di migliorare sensibilmente le problematiche correlate anche al resto del corpo.

Il metodo MOOS e i suoi benefici

Abbiamo eseguito dei riequilibri occlusali per risolvere le disarmonie di Laura, attraverso l’utilizzo delle micromasse di composito applicate nelle zone strategiche delineate dal metodo MOOS. Già dopo la prima seduta terapeutica, la paziente è riuscita a ruotare di nuovo la testa verso sinistra. Ed è presto migliorata la funzionalità mandibolare nei movimenti laterali, che ha portato a una riduzione fino a completa sparizione del rumore dell’articolazione sinistra.

Nel corso delle successive sette sedute, ha riscontrato un progressivo diminuire dei dolori. Insieme a questo, anche gli altri sintomi sono gradualmente passati: la cervicale ha trovato sollievo, le cefalee sono scomparse, gli episodi di sbandamento che percepiva saltuariamente sono passati del tutto, e la masticazione è migliorata fino a far sparire anche la tendenza a mordersi la guancia (morsicatio oris) nel corso dei pasti.

Il metodo MOOS non è un approccio miracoloso, chiariamoci. È un percorso terapeutico che va ad agire su punti specifici all’interno della bocca i cui effetti si riflettono sul resto del corpo.

Ogni paziente è una storia a sé: noi vogliamo conoscere la tua, e aiutarti a scriverne il lieto fine. Contattaci senza impegno!

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