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Come l’anima nostra, che è aria, ci tiene insieme così il soffio e l’aria. Abbracciano tutto il mondo”. Con questa frase il filosofo greco Anassimene riassumeva un concetto importante: l’aria che respiriamo fa parte dell’universo e torna all’universo a ogni soffio. Tutto è collegato, il nostro benessere, i nostri disagi, e… il mondo. Arriviamo così al concetto di Medicina Integrata, una tematica dibattuta molto nella comunità perché caduta anche vittima di strumentalizzazioni superficiali.

La Medicina Integrata rientra nel gruppo delle medicine complementari – cioè, non convenzionali – che sono state definite (erroneamente) alternative. La medicina convenzionale altro non è che quella basata sul dato: se il paziente presenta una polmonite, si andranno subito a studiare e curare i polmoni. Nel corso del tempo, questo dato si è arricchito, portando i medici e i ricercatori ad andare più a fondo del fatto in sé, aiutati da una tecnologia che nel frattempo è migliorata esponenzialmente. Si è iniziato quindi a studiare l’organo, l’organismo, la cellula, le particelle subcellulari: mettendo il metodo convenzionale non in discussione, bensì in prospettiva.

È stata teorizzata, ad esempio, l’epigenetica: il modo in cui l’ambiente circostante interagisce e modifica il nostro DNA. L’epigenetica e altre nuove scoperte, hanno permesso di prendere in considerazione un nuovo modo di curare: unendo gli step della medicina convenzionale che ricerca il dato con un approccio globale capace di contestualizzarlo.

Pensiamo a un paziente affetto da malattia parodontale causata dalla presenza di batteri gram negativi anaerobi molto aggressivi che provocano l’irritazione dei tessuti e dell’osso. La terapia tradizionale odontoiatrica si avvantaggerà dell’uso di probiotici sia intestinali che locali. Questi avranno funzione di antagonisti ai batteri cattivi presenti in bocca: riequilibrando la flora intestinale, miglioreranno la produzione di nutrienti andando a stimolare il sistema immunitario.

Un altro caso capitato in studio è quello di un paziente che aveva appena concluso un grosso lavoro protesico odontoiatrico e aveva sviluppato un rumore alla articolazione della bocca. Dai primi controlli non si erano evidenziate alterazioni della bocca né del lavoro eseguito, finché non è emerso che il paziente stava facendo una ginnastica respiratoria per gestire dei disagi al collo e al torace. Alla sospensione di questa attività sono cessati anche i rumori all’articolazione.

Dal Dato all’Olos: come funziona la medicina integrata

La medicina integrata si muove prima attraverso gli strumenti tecnologici della medicina convenzionale per studiare e affrontare le malattie con esami del sangue, radiografie e farmaci; e associa questo approccio a un sostegno ulteriore, con interventi o farmaci fitoterapici e omeopatici che vanno a lavorare sulla globalità della persona (olos= il tutto).

Integrazione significa “rendere intero ciò che è incompleto”. Per questo la proposta terapeutica della medicina integrata mette a disposizione tutti gli attori possibili per il raggiungimento del risultato. In presenza di un sintomo o un disagio, nessun professionista medico è escluso: medici specialisti o generici, psicologi, fisioterapisti, odontoiatri od osteopati.

È l’approccio integrale con cui ci si avvicina al paziente a fare la differenza, grazie all’inquadramento di un problema e della sua soluzione nel risultato di una somma tra le parti.

La medicina integrata può essere anche definita sistemica, proprio perché valuta “il complesso” della persona. È qualcosa che il nostro corpo fa quotidianamente, compensa e ristabilisce armonie e simmetrie. La medicina integrata punta alla salute globale più che alla sparizione di un sintomo, e questo aiuta a costruire nel paziente stesso una consapevolezza diversa del percorso terapeutico.

Diventando attori del miglioramento, il paziente come responsabile di se stesso e i medici come aiutanti complessivi di tutto un processo, si costruiscono fiducia e volontà: le basi migliori per raggiungere la guarigione.

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